“Bërlusor | Luccichii”: è uscita la quarta raccolta di 100 Poesìe pcite (mini-poesie) in piemontese (con versione in italiano) di Sergio Donna
Si è aggiunto un nuovo volume, il quarto della serie, alle tre precedenti raccolte di haiku bilingui ‒ ma attenzione: l’Autore non ama chiamarli così ‒ di Sergio Donna, poeta torinese che ama scrivere poesie – soprattutto in metrica – sia in italiano che in piemontese.
I quattro volumi, in carta patinata e tutti a colori, hanno un accattivante formato quadrato (21 x 21) che ne accomuna l’aspetto, come del resto si conviene a una serie di pubblicazioni che fanno parte di una stessa collana. I titoli delle 4 raccolte, tutte di 100 mini poesie (poesìe pcite), affiancate da altrettante fotografie, sono simili tra loro, e richiamano alla luminosità spesso abbagliante (proprio come quella di un flash) di questi brevi componimenti poetici. Titoli come lampi di luce attonita e scintillante che inducono allo stupore e inondano di meraviglia: Slussi ‘d Poesìa (Lampi di Poesia), Faravòsche (Scintille), Spluve (Scintille) e – appunto ‒ Bërlusor (Luccichii), l’ultima silloge ad essere pubblicata.
In tutto 400 componimenti che ci accompagnano nello scorrere delle stagioni, degli anni e del tempo, e ci rendono partecipi delle emozioni dell’Autore, che non vuole tenere per se, ma vuole condividere generosamente con il Lettore.
Come già si è ricordato, ogni volume, tutto a colori e in carta patinata, contiene 100 lampi di poesia, ovvero poesie brevi come lampi, ma intense e scintillanti come bagliori. Ma: “Ciameje nen haiku” (cioè: Non chiamateli haiku), precisa il Poeta, anche se degli haiku, degli haisan e dei tanka questi componimenti hanno davvero molto in comune: il fascino e l’atmosfera, e le suggestioni, innanzi tutto.
La presentazione di ogni volume è del prof. Nicola Duberti, poeta e docente di Lingua Piemontese; l’introduzione è della dott.ssa Albina Malerba, Direttrice del Centro Studi Piemontesi | Ca dë Studi Piemontèis.
Riferendosi all’ultima raccolta, scrive Nicola Duberti: «Qui c’è tutta la nostra fantastica koiné piemontese, nella sua forma più ‘s-ciassa e sclinta’».
E per dirla con Albina Malerba: «Dai trulli al Valentin, dal Mar al Monvis… e fruta, fior, paesagi, istà, invern, otogn e prima, sità e campagna: tut a va a spòrze ’d cit vers ch’a goerno e a cisso la veuja ‘d poesìa».
Dal canto suo, la prof. Maria Luisa Alberico, docente di Lettere, giornalista e critico letterario così commenta questa raccolta poetica
“Sergio Donna: la voce di un Poeta”
Due sue luminose sillogi: “Sonetti” e “Metrica|Mente”
di Maria Luisa Alberico
Torinese di Borgo San Paolo, Sergio Donna è autore di romanzi, saggi e raccolte di poesie, in lingua italiana e piemontese. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è appassionato di storia e cultura del Piemonte, collabora infatti come giornalista con la rivista Torino Storia e al quotidiano on line “Piemonte Top News”. In collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, ha pubblicato le monografie “Torèt, le fontanelle verdi di Torino”, “Portoni torinesi”, “Chiese, Campanili & Campane di Torino”, “Giardini di Torino”, “Fontane di Torino” e “Statue di Torino”. Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell’“Armanach Piemontèis – Stòrie d’antan”.
Parlare delle poesie di Sergio Donna, dei suoi sonetti in rima o dei componimenti in versi liberi, significa spaziare tra i turbamenti del cuore, che appartengono a tutti noi, tra le gioie anche piccole che costellano le nostre giornate, tra le delicate speranze… Di lui hanno scritto autorevoli commentatori e appassionati di poesia, intercettando il suo personale approccio ai temi dell’esistenza che, pur non dimenticando le inquietudini personali e i timori del nostro tempo, accoglie la fede di credere in un domani più sereno.
“Versi intessuti con fili d’oro” è stato il commento di un altro poeta, un animo sensibile purtroppo scomparso, che ben conosceva ed apprezzava la poetica di Sergio Donna e direi, il potere esortativo dei suoi versi, la sua capacità di mettere a nudo i sentimenti professati e le emozioni provate, così come leggiamo in “Pianto catartico” (n° 2, in “Sonetti”) e nel componimento “La rotta” (n° 24, in “Sonetti”).
Apprezzo di Sergio Donna in primo luogo il fatto di essere un poeta contemporaneo, attento e sensibile al contesto umano, culturale e politico internazionale e in quanto tale impegnato a lanciare un appello forte contro distruzione e morte. Sono due in particolare i componimenti che riflettono queste tematiche: “Regno contro regno” (n° 11 della silloge “Metrica|Mente”) ci descrive l’attualità del nostro mondo, dove sembra che l’umanità non sia in grado di redimersi, di rivolgere alla vita le proprie energie anziché all’autodistruzione. Sono versi vibranti, che dimostrano tutta l’assurdità delle nostre scelte collettive e il danno, forse irreversibile, che stiamo arrecando all’ambiente. Fa eco a questo componimento “Per la cruna di un ago” (n° 28 della raccolta “Sonetti”), un appello drammatico a mantenere viva la speranza di un giorno senza guerra e senza odio.
Sergio Donna non può fare a meno di scrivere e di narrare in poesia ciò che i suoi occhi e la sua vigile mente registrano fin nei più nascosti dettagli: scene quotidiane, la fatica dei mestieri di una volta, la seduzione di un incontro innocente come il primo amore, la stessa sofferenza, supportata dalla fede, come in “Cuore innocente” (n° 10 della silloge “Sonetti”) , regala versi struggenti. La sua sensibilità si rivolge spesso alla Natura , alla contemplazione di quegli attimi di pura bellezza, come nell’incanto di “Tramonto rosa” (n° 17 della silloge “Metrica|Mente”) o nell’atmosfera di dialogo interiore con la “Luna piena” (n° 26 della stessa raccolta), che suggerisce illusioni, progetti, versi che ci invitano all’ammirazione solitaria, intima, e alla riflessione su noi stessi, sul nostro percorso in questa vita. Del resto, tutto (proprio tutto: ce lo dicono i versi de “Il canto del poeta”, in “Sonetti”, n° 39) può essere cantato da chi come Sergio Donna, mentre compone e coglie la propria ispirazione, sa far risplendere, oltre che su se stesso, la luce di una poetica che sia dono e motivo di riflessione anche per il Lettore.
Prof. Maria Luisa Alberico
Docente di Lettere e Critico Letterario
Per info e prenotazioni di “Bërlusor | Luccichii” (#ciamejenenhaiku #nonchiamatelihaiku),
Ël Torèt-Monginevro Cultura, Torino, 2024, e dei 3 volumi precedenti della stessa collana, contattare:
Libreria Donostia Di Vernero Rinaldo,
Via Monginevro 85, Torino
011 385 2559