“PORTONI DI PALAZZI TORINESI”
Porton ëd Palass turinèis
Monografia a cura di Sergio Donna | Ël Torèt-Monginevro Cultura
con racconti in italiano e in piemontese di:
Francesco Albano, Michele Bonavero, Luigia Casati, Achille Maria Giachino, Milo Julini, Anna Perrini.
Fotografie di Vittorio Greco | Musica di Beppe Novajra
PRESENTAZIONE
A cura di Ël Torèt | Monginevro Cultura, che ha patrocinato il self publishing dell’opera, frutto dell’iniziativa di un pool di scrittori, ricercatori storici e piemontesisti torinesi, è uscita un’elegante monografia, dedicata ai Portoni dei Palazzi Torinesi.
Il libro porta un titolo bilingue: “Portoni di Palazzi torinesi | Porton ëd Palass turinèis”. L’opera propone infatti anche una versione dei testi in lingua piemontese. Una chicca insolita, che vuole sottolineare la “torinesità” di questo lavoro, come se gli autori avessero voluto far risuonare l’antica parlata subalpina negli androni degli antichi edifici della città, la voce di chi li abitava al piano nobile, e di chi li percorreva per accedere nei rimessaggi o nelle botteghe dei cortili o salire negli umili appartamenti dei piani alti. Il tutto per rendere più e realistico e suggestivo il viaggio del lettore alla scoperta dei più bei portoni dei palazzi torinesi.
Si tratta di una monografia fotografica, con una parte introduttiva dedicata alle varie tappe dell’espansione urbanistica della città, cui seguono i capitoli bilingui sui racconti e sulle leggende dei portoni di Torino.
Il libro, tutto a colori, è stata realizzato con una stampa raffinata, che fa del libro un’opera davvero speciale e che dà smalto ai contenuti, sia quelli storico-descrittivi delle pagine iniziali, sia alla Gallery fotografica, con i suggestivi scatti di Vittorio Greco.
Sono nove i coautori del libro: ognuno, per la propria parte, ha fatto sì che ne uscisse una pubblicazione davvero interessante: Piero Abrate (autore della prefazione), Francesco Albano, Michele Bonavero, Luigia Casati, Sergio Donna, Vittorio Greco (fotografo), Milo Julini, Giuseppe Novajra, Anna Perrini.
Per info e prenotazioni: segreteria@monginevrocultura.net
Il libro è disponibile anche via Internet: www.ilmiolibro.it
PREFAZIONE
Che stiate andando al lavoro, magari di corsa, o forse per raggiungere una fermata dell’autobus, o che vi improvvisiate turisti inaugurando sentieri inediti al di fuori dei circuiti classici, scoprirete che uno dei segreti della bellezza di Torino si nasconde spesso nelle piccole cose, nei dettagli che nessuno nota più, tanto sono integrati nel tessuto urbano e nella quotidianità. Tra questi sorprendenti “dettagli”, ci sono sicuramente i portoni, che questo libro racconta con dovizia di particolari e di immagini, tra storia e leggenda, tra palazzi medievali ed altri liberty, tra barocco e neogotico: dal cosiddetto “portone del Diavolo” di Palazzo Trucchi di Levaldigi, a quello del Palazzo dell’ex Arsenale, dal variopinto portone del Melograno della Barriera di Nizza, ai portali imponenti o austeri del Quadrilatero.
Così come i mascheroni, che sono un’altra caratteristica dominante dell’architettura torinese, anche i portoni contrassegnano le facciate dei palazzi della città con un singolare teatro simbolico, capace di narrare storie e leggende a chi è disposto ad ascoltarle. È sufficiente inoltrarci per vie, corsi, viali e piazze della città per scorgere fastosi androni e preziosi e signorili scrigni di cortili che fanno capolino al di là dei battenti semichiusi dei portoni di austeri palazzi. Portoni che talora si aprono solo ai più fortunati, ma che, tra uno stucco e una sontuosa cancellata, rivelano una bellezza rara, che affonda in una storia secolare.
Dal Quadrilatero a San Salvario, dal centro alla Crocetta, sono infinite le curiosità e i segreti che i portoni di Torino celano e possono svelarci coi loro decori, talvolta esotici e talvolta insoliti, come mani con anelli, oppure raffinate arabesche liberty che i raggi del sole illuminano in caleidoscopi di luce colorata. Leggende, miti e storie d’inesauribile fascino, nella città subalpina, non si trovano solo nei monumenti più famosi, ma in questi piccoli capolavori (o talvolta grandi, massicci, apparentemente impenetrabili) che silenziosamente fanno parte della vita di tante persone, che ogni giorno lasciano o raggiungono la loro abitazione o il loro ufficio.
Basta poco, alle volte, per arricchire con un pizzico di magia il nostro quotidiano: sfogliare questo bel libro patinato, impreziosito da intriganti fotografie, è certamente un modo per farci innamorare ancor più dei portoni torinesi, scoprendone i segreti e la storia.
Piero Abrate
Giornalista e scrittore
Sergio Donna, sulla destra, con le prime copie del volume in tipografia